Anno Accademico 2021-2022

Vol. 66, n° 1, Gennaio - Marzo 2022

Simposio: Ossigeno-Ozono Terapia: campi d’applicazione

11 gennaio 2022

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Ossigeno-Ozono Terapia: cos’è

R. D'Alterio

Alcuni fattori comuni influenzano la comparsa e la progressione di molte patologie croniche, come pure accelerano i processi d’invecchiamento dell’organismo1, 2. Tra questi possiamo annoverare: l’infiammazione cronica, la carenza di ossigeno tissutale, la relazione non evolutiva tra genetica ed epigenetica, l’acidità, l’alterazione del sistema ossido-riduzione (Redox), lo stress cronico, gli stili di vita disfunzionali, la depressione, la disbiosi intestinale, l’inquinamento interno (farmaci, metalli pesanti etc.), la disregolazione dell’attività mitocondriale, dell’apoptosi e dei sistemi di differenziazione cellulare. Molti di questi fattori disfunzionali risultano sensibili alla terapia con Ossigeno Ozono3. L’Ossigeno (O2) ci dà struttura, ci fornisce l’energia che ci permette di affermarci come unità biologiche complesse, orienta e modula i nostri processi vitali. Attraverso un continuo e armonico movimento Redox ci fornisce l’energia, ottimizza la nostra fisiologia, ci difende dall’invecchiamento, dalle infezioni e dalle malattie. L’Ozono (O3) è una forma allotropica dell’ossigeno, è un gas instabile, caratterizzato da un odore pungente, costituito da tre atomi di ossigeno. L’Ozono è presente negli strati più alti dell’atmosfera, circa a 20-30 km dalla superficie terrestre: le radiazioni ultraviolette, di lunghezza d'onda 185-200 nanometri, colpiscono l'ossigeno e ne trasformano una parte in ozono. L’Ossigeno Ozono Terapia si basa sulla somministrazione di una miscela gassosa bilanciata di O2-O3 prodotta da specifiche apparecchiature medicali. L’Ozono non viene considerato un farmaco, anche se ha un’azione farmacologica, peraltro non recettoriale. Segue il principio dell’Ormesi: efficace a dosaggi medio-bassi, lesivo a dosaggi alti. Viene somministrato al paziente per via infusiva, iniettiva, topica, insufflattiva, secondo le necessità terapeutiche, in dosaggi e modalità diverse validate da protocolli terapeutici consolidati. L’Ozono ha un effetto locale e sistemico. È efficace e privo di effetti collaterali significativi, è lesivo solo per le vie respiratorie e il tessuto polmonare per carenza, in questi ambiti, dei sistemi antiossidanti naturali, mentre in tutte gli altri distretti l’organismo è in grado di neutralizzare rapidamente il transitorio e lieve stress ossidativo che segue alla sua somministrazione che, peraltro, è la chiave di volta della sua efficacia terapeutica. L’Ozono è integrabile con altri approcci terapeutici. Non lascia residui nocivi. È efficace ed economico. Per le sue molteplici azioni, da oltre centocinquanta anni, viene utilizzato in ambito medico e veterinario, ma anche nella potabilizzazione e depurazione delle acque, nella sanificazione degli ambienti, nella depurazione degli impianti industriali, in agricoltura, in zootecnia, e nell’industria alimentare. Sappiamo che qualunque dolore, sofferenza o malattia, sono causati da un'insufficiente ossigenazione e che l’ipossia, la sofferenza mitocondriale e il conseguente sbilanciamento del sistema Redox sono la causa della maggior parte delle patologie.

Quando l’Ozono gassoso entra in contatto con la matrice biologica, si producono immediatamente una serie di reazioni chimiche; di particolare interesse sono quelle che portano alla produzione delle Specie Reattive dell’Ossigeno (Reactive Oxygen Species: ROS) e dei Prodotti dell’Ossidazione Lipidica (Lipid Oxidation Products: LOPs)4, 5. All’azione di tali molecole sono riconducibili i suoi principali effetti terapeutici. L’Ozono si dissolve nei liquidi biologici rapidamente secondo la legge di Henry in relazione alla pressione, alla temperatura: mentre una quota viene inattivata immediatamente dagli antiossidanti plasmatici, una parte si lega agli acidi grassi polinsaturi (Poly-Unsaturated Fatty Acids, PUFA) legati all’albumina, alle proteine ​​e ai carboidrati. L’Ozono reagisce istantaneamente con molte molecole, fino al suo esaurimento. La sua alta affinità per i doppi legami carbonio produce la “Reazione di Criegee”, una delle reazioni chimico-molecolari più rapide in natura. Si determina in questo modo una ozono lisi delle sostanze organiche insature, con formazione di perossidi e gruppi aldeidici. Poiché tali reazioni avvengono tra molecola e molecola, esse terminano rapidamente con l’esaurimento della quantità di ozono iniettata. In tal modo, lo stress ossidativo prodotto è limitato. Peraltro le molecole indotte dalla terapia con ozono sono già presenti fisiologicamente nell’organismo; è stato dimostrato che i neutrofili, in determinate condizioni, possono produrre Ozono6, 7, questa scoperta porta a considerare l’Ozono come una molecola biologica di regolazione interna del complesso sistema di ossido riduzione. Il sistema biologico che coinvolge la formazione e l'eliminazione delle specie reattive dell'ossigeno (ROS) è emerso più di 3 miliardi di anni fa, insieme alla comparsa dei primi organismi fotosintetici. Per produrre energia l'ossigeno viene ridotto a livello mitocondriale, passando per i ROS, fino alla sua molecola più stabile di riduzione, cioè l’acqua. Infatti l’ossigeno biatomico viene sottoposto alla riduzione di quattro elettroni per divenire acqua. Queste quattro riduzioni generano intermedi che sono comunemente chiamati ROS. Le funzioni dei ROS si sono sviluppate e diversificate per influenzare una moltitudine di proprietà cellulari, ben oltre l'attività antimicrobica diretta. Gli organismi aerobici non possono sopravvivere senza ossigeno. Se la concentrazione d’ossigeno nell’organismo si abbassa al di sotto di un livello critico o se supera una certa soglia, i normali processi fisiologici vengono alterati; sia l’ipossia che l’iperossia sono caratterizzate dall’incremento della produzione di ROS. Le specie reattive dell’ossigeno se in eccesso possono essere tossiche per cellule, tessuti e organismi, ma se regolate nella loro produzione sono efficaci mediatori, come il perossido d’idrogeno (H2O2), nelle vie di segnalazione e di riequilibrio Redox4. Tale attività di segnalazione interessa diverse attività biologiche come la proliferazione cellulare8, 9, la modulazione dell’infiammazione, la risposta allo stress10 e l’apoptosi11. Pertanto i ROS consentono un rilevamento efficiente della fisiopatologia cellulare e un rapido adattamento ai cambiamenti ambientali attraverso la regolazione di migliaia di interazioni proteiche. Mentre l’Ozonoterapia produce ROS in modalità limitata e transitoria e quindi con valenza bioregolatoria, l’ipossia e iperossia, se stabili nel tempo, posso mettere in crisi la capacità antiossidante naturale delle cellule e danneggiarle fino all’apoptosi. La produzione dei ROS e il conseguente stress ossidativo segnalano una pletora di patologie causate dalla mancanza o dall’eccesso d’ossigeno e stimolano l’omeostasi promuovendo il riequilibrio Redox.

Mentre i ROS producono effetti biologici immediati, i LOPs, prodotti allo stesso tempo, hanno un’emivita maggiore e avviano reazioni che si affermano in un tempo più lungo.  L’azione dei LOPs determina una over regolazione degli enzimi antiossidanti, la comparsa di proteine dello stress ossidativo (eme-ossigenasi I) e il probabile rilascio di cellule staminali. Inoltre, uno stress ossidativo moderato può indurre l'espressione del fattore-1α inducibile dall'ipossia (Hypoxia-inducible factor 1α,HIF-1α)12, un fattore di trascrizione principalmente associato alle risposte adattative delle cellule all'ipossia13. HIF-1α induce l'espressione di una moltitudine di geni, tra questi il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (Vascular Endothelial Growth Factor, VEGF), il fattore di crescita derivato dalle piastrine (Platelet-Derived Growth Factor, PDGF), il fattore di crescita dei fibroblasti (Fibroblast Growth Factors, FGF), il fattore di crescita trasformante-α (Transforming growth factor alpha,TGFα), e TGF-β1415, tutti coinvolti nel complesso processo di rigenerazione tissutale.

Lo stress indotto dall’Ozono per essere efficace deve essere appropriato tanto da attivare i meccanismi fisiologici di regolazione senza sopraffare il sistema antiossidante intracellulare. È necessario pertanto agire in una precisa finestra terapeutica, utilizzando concentrazioni e modalità di somministrazione idonee tali da ricondurre all’equilibrio il sistema Redox alterato da cause patologiche. L’Ozono incrementa la glicolisi e grazie ad una costante riossidazione del NADH aumenta la sintesi di ATP e quindi facilita una più efficace risposta dell’organismo nelle situazioni di stress. Sappiamo inoltre che l’Ozono induce un aumento della deformabilità e filtrabilità eritrocitaria perché spezza le lunghe catene degli acidi grassi mediante lipoperossidazione controllata, aumenta la produzione del 2-3 difosfoglicerato (2,3-DPG) con maggiore cessione di ossigeno ai tessuti periferici, spostando verso destra la curva di dissociazione dell'emoglobina. Riduce l'aggregabilità piastrinica e la viscosità plasmatica.

Il Fattore Nucleare derivato dall’eritroide 2 (Nuclear Factor Erythroid 2-related factor, 2Nrf2) è un elemento chiave dell’azione dell’Ozono, esso viene attivato e si determina un incremento della trascrizione delle molecole antiossidanti naturali (SOD, Glutatione, Catalasi etc.) e il Fattore Nucleare K Beta (Nuclear factor kappaB, NF kB) viene inibito con diminuzione dell’immissione in circolo delle citochine proinfiammatorie e delle prostaglandine. L’attivazione di Nrf2 è in grado di sopprimere l'espressione di citochine proinfiammatorie nei macrofagi, in particolare IL-6 e IL-1β16, 17.  Il Nrf2 gioca un ruolo fondamentale nella genesi e nel mantenimento delle patologie croniche18 come pure è fortemente implicato nei processi di invecchiamento19.

I sottoprodotti dell’Ozono innescano, a livello cellulare, un meccanismo antiossidante tramite l'attivazione Nrf2 / Keap1 / ARE inibendo così l’azione pro-infiammatoria guidata dalla via NF-κB. È dimostrato che l’ozono attiva Nrf2 in maniera dose-dipendente16-20.

L’Ozono agisce su meccanismi specifici per promuovere la sopravvivenza e la proliferazione cellulare, bloccando i processi apoptosici. In particolare diminuisce l'espressione delle Caspasi 1-3-9, del Tumor Necrosis Factor-a (TNF-α), della proteina X associata a Bcl-2 (Bax), poli (ADP-ribosio) polimerasi 1 (PARP- 1) e geni p5321, come pure incrementa l’attività energetica del ciclo di Krebs stimolando la produzione di adenosina trifosfato (ATP)18. La ricerca ha evidenziato la sicurezza dell’Ozonoterapia per l’assenza di danni all’attività antiossidante ed enzimatica cellulare (na/k-atpasi, acelcolinesterasi, SOD, GSH, GSH reduttasi, catalasi) fino ad una concentrazione di ozono pari a 100 microgr/ml di sangue, dosaggio notevolmente più alto di quello usato comunemente in ambito terapeutico.

In virtù delle sue proprietà antibatterica, antivirale, antimicotica, pro-ossigenante, antidolorifica, antinfiammatoria, immunomodulante, emoreologica, anti edemigena, cicatrizzante, neurotrofica e rivitalizzante dei tessuti, l’Ossigeno Ozono Terapia viene utilizzata con successo in molte patologie, quelle da deficit di ossigenazione su base vascolare arteriosa (arteriosclerosi, ischemie cardiache, cerebrali) o venosa (es. ulcere flebo statiche); nelle patologie ortopediche (ernie, protrusioni discali, lombalgie, sciatalgie, cervicalgie), nell’artrosi dell’anca, del ginocchio e della colonna vertebrale, nelle tendiniti, nella spalla dolorosa, nell’epicondilite, nel tunnel carpale; nelle malattie croniche, come le bronco pneumopatie ostruttive, il diabete, l’epatite virale; nelle malattie degenerative quali artrite reumatoide, demenza senile precoce, malattie neurovascolari; come terapia di supporto nelle patologie oncologiche; in ambito chirurgico nel pre/post-operatorio; in ambito dermatologico: piaghe da decubito, gangrene diabetiche, ulcus cruris, herpes zoster e simplex, acne, psoriasi, lipodistrofia; nelle malattie autoimmuni come tiroidite di Hashimoto, LES, eritema nodoso; nelle patologie intestinali quali rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn, disbiosi; in Oculistica nella maculopatia diabetica, maculopatia ischemica, maculopatia retinica degenerativa senile24-35. Recenti pubblicazioni scientifiche hanno evidenziato la validità dell’Ozono nella polmonite e nelle manifestazioni tromboemboliche correlate alla SARS-CoV-236-38, come pure nel trattamento delle sequele cliniche del Long Covid39. Inoltre è di particolare interesse lo studio clinico multicentrico, siglato tra la Società Italiana di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che sta partendo in questi giorni, sulla valutazione dell’efficacia dell’Ossigeno Ozono Terapia in combinazione con la terapia farmacologica nel trattamento delle patologie infettive accompagnate da antibiotico-resistenza.


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