Prof. Uliano Conti

Ricercatore in Sociologia Generale, Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, Università degli Studi di Perugia

Articolo pubblicato in:

Anno Accademico 2019-2020

Vol. 64, n° 1, Gennaio - Marzo 2020

Simposio: La modernità liquida e il processo di invecchiamento. Una ricerca sulla categoria demografica dei tardo adulti

10 dicembre 2019

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I percorsi di vita dei centenari attraverso un’indagine quantitativa e questionari: una sintesi delle procedure di ricerca

U. Conti, B. D'Amen

La ricerca “Obiettivo 120 anni nell’analisi dei centenari italiani” ha preso avvio con un’analisi della letteratura esistente. È emerso che crescente è l’attenzione sulle persone ultraottantenni e centenarie, attenzione che si concretizza sia in ricerche sociali standard12, sia in ricerche che si fondano su una strategia non-standard grazie, ad esempio, alla raccolta di racconti di vita3. Altra fonte informativa rilevante è senza dubbio la rilevazione che dal 2008 l’Istituto Nazionale di Statistica ha avviato sul tema e che ha come unità di analisi la popolazione residente di 105 anni e più. Nel caso dell’indagine Istat, l’obiettivo è quello di fornire una contabilità precisa di coloro che raggiungono una soglia di età particolarmente elevata, verificando attraverso il contatto con le anagrafi le loro principali caratteristiche demografiche, ossia data di nascita, data di morte (eventuale), età in anni e giorni compiuti, comune di nascita, comune di residenza, stato civile, cittadinanza. A tal proposito, è interessante riportare che, al 1° gennaio 2019 sono 14.456 le persone residenti in Italia che hanno compiuto i 100 anni di età, tra cui l’84% dei casi sono donne4. Da un rapido excursus delle ricerche svolte, sembra utile analizzare i percorsi di vita delle persone centenarie con riferimento a differenti contesti territoriali del Paese, per cercare somiglianze e differenze tra Regioni, come anche evidenze inedite. Nella ricerca in esame, si è utilizzata una strategia di ricerca quantitativa. La strategia quantitativa è tesa a costruire, attraverso procedure standardizzate, una base empirica di dati da analizzare. A riguardo, l’obiettivo è far progredire lo stato dell’arte sul tema in questione grazie a una ricerca condotta su un particolare oggetto, contestualizzato in termini di luogo (le regioni italiane) e tempo (l’anno 2018 e l’anno 2019). La strategia della ricerca si è basata, principalmente, sull’utilizzo dello strumento questionario.

In primo luogo, nella fase di elaborazione del questionario, il team di ricerca ha individuato gli obiettivi cognitivi. Che cosa si vuole sapere? Quali sono i concetti da cui partire? Un concetto interessante era, ad esempio, lo stile di vita. Inizialmente, si è passati dal concetto di stile di vita all’individuazione di indicatori empiricamente misurabili e osservabili, che concretizzassero il concetto di stile di vita. Il passaggio dal concetto di stile di vita agli item del questionario è stato realizzato in base alla letteratura di riferimento e alla cosiddetta immaginazione sociologica5. Il questionario era costituito da domande a risposta singola e multipla, uguali per tutti gli intervistati; la compilazione del questionario è avvenuta in presenza dell’intervistatore che ha letto le domande e trascritto le risposte. Il questionario era suddiviso in 10 sezioni comprendenti domande relative ambiti tematici particolari, quali le caratteristiche socio-demografiche, le abitudini di vita, l’alimentazione, la famiglia, la condizione socio-economica, l’occupazione, le patologie pregresse, il luogo di dimora.

In secondo luogo, il team di ricerca ha individuato il gruppo di persone centenarie da intervistare. A tal proposito, per saggiare la disponibilità all’intervista, inizialmente sono stati contattati i medici di base e i familiari dei centenari. Dato che è  necessario, che gli intervistati abbiano la possibilità di comprendere effettivamente e agevolmente le domande e le alternative di risposta. Laddove possibile, in base alle condizioni di salute della persona centenaria, l’intervistatore ha somministrato il questionario direttamente all’intervistato. Viceversa, laddove non era possibile organizzare una situazione dialogica di intervista, le risposte sono state rilasciate o dai familiari del centenario, o dal medico di famiglia. Il ricercatore, o il medico di famiglia, a seconda delle disponibilità contingenti, hanno somministrato il questionario. In tal senso, la disponibilità della persona centenaria e dei suoi familiari, è stata l’elemento principale che ha contribuito a individuare il collettivo di riferimento. Dato questo presupposto, i soggetti selezionati nella presente indagine non costituiscono un campione statisticamente rappresentativo ma si indentificano come un collettivo che pur non essendo statisticamente rappresentativo ha comunque un valore informativo. In altre parole, le procedure e i criteri di selezione degli intervistati – dato il problema delle disponibilità contingenti e delle condizioni di salute e il genere particolare di oggetto di ricerca in questione – consentono di configurare una descrizione precisa e accurata della situazione attuale e dei percorsi di vita dei centenari intervistati, ma non di estendere tali risultanze, in senso inferenziale, alla popolazione generale di riferimento, ossia a tutti i centenari italiani.

In terzo luogo, per rendere il questionario uno strumento adeguato alla descrizione del percorso di vita delle persone e delle loro scelte, è stato necessario sottoporlo a una fase preliminare di test condotta su un numero ridotto di persone in modo da valutare la chiarezza delle domande e la loro adeguatezza rispetto ai concetti che si intendeva rilevare. La fase di testing ha avuto l’obiettivo di fare sì che il bias culturale tra studioso e intervistato non compromettesse la costruzione del dato, della base empirica. Oltre al bias, la letteratura, generalmente, considera i problemi di desiderabilità sociale, di disattenzione nel rispondere e degli stili di risposta prevalenti, elementi questi che, comunque, sono stati tenuti presenti nella fase di elaborazione del questionario.

In quarto luogo, il team di ricerca ha, in modo riflessivo, esaminato le criticità relative alle procedure di somministrazione dei questionari. Il principale punto critico dello strumento riguarda il fatto che è scritto a priori dall’intervistatore e dal team di ricerca. In tal senso, si lascia poco spazio all’intervistato e alla sua voce, alla sua capacità di proporre temi e argomenti in modo soggettivo. Si tratta di uno strumento che tende a descrivere e a spiegare i comportamenti e le opinioni selezionati a priori, ma che non esplora gli aspetti soggettivi propri degli intervistati e, in quanto tale, non consente di comprendere in modo approfondito il significato soggettivo che gli attori sociali attribuiscono alle azioni proprie e altrui.

I contenuti dei questionari compilati sono stati inseriti dagli intervistatori in una piattaforma online protetta, piattaforma che, quindi, contiene gli esiti delle rilevazioni in forma anonimizzata, senza alcun riferimento puntuale alle identità dei soggetti rilevati. La piattaforma permette di generare la matrice di dati casi (n. 231) per variabili (n. 147), in forma di file Excel.

Infine, i dati dei questionari hanno permesso di condurre analisi monovariata e bivariata, riferite ai casi che facevano parte del collettivo di riferimento. Gli esiti dell’analisi sono presenti nel report di ricerca, grazie soprattutto all’utilizzo di tabelle e grafici6.

Pur muovendosi nella dimensione quantitativa, la ricerca sociale condotta è una testimonianza efficace del percorso di vita delle persone centenarie. Una testimonianza “dal basso” in cui l’esperienza del singolo dialoga con le esperienze degli altri in modo da originare una rete concettuale di ricordi, esperienze, vissuti, abitudini, che gli studiosi interpretano legando i vissuti individuali con i fenomeni sociali. Nella comunicazione delle risultanze della ricerca, ossia in occasione di seminari, lezioni e convegni, i risultati dei questionari incontrano la storia di ogni persona, la storia sociale in senso ampio. Inoltre, sono emersi elementi micro-sociologici legati alle interazioni, alle conversazioni, agli incontri tra intervistatori e intervistati. Espressione del volto, gesti, postura del corpo, sono elementi meta-comunicativi utili a indagare i vissuti personali, per affiancare al questionario anche elementi intimi ed emotivi che contribuiscono alle scelte delle persone, per costituire un ponte tra più dimensioni dell’esistenza umana.


BIBLIOGRAFIA

  1. Robine JM, Caselli G. An unprecedented increase in the number of centenarians. Genus 2005; 61: 57-82.
  2. Vallin J, Meslé F. Vivre au-delà de 100 ans. Population et Société 2001; 365: 1-4.
  3. Corsi M, Ulivieri S. Progetto Generazioni. Bambini e Anziani: due stagioni della vita a confronto. Pisa: ETS Ed., 2012.
  4. Istat 2019. I centenari in Italia. https://www.istat.it/it/archivio/232302.
  5. Mills CW. L’immaginazione sociologica. Milano: Il Saggiatore, 1962.
  6. Gasbarrone L, Tronci M. Obiettivo 120 anni nell’analisi dei centenari italiani. Atti della Accademia Lancisiana 2020; 64. In press.