Anno Accademico 2023-2024

Vol. 68, n° 1, Gennaio - Marzo 2024

Seduta Commemorativa

14 novembre 2023

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Commemorazione del Dott. Leonardo Pacilli

L. De Rosa


Dott. Leonardo Pacilli.

È con profonda tristezza, ma anche con immensa gioia che oggi assolvo il compito di commemorare il collega, ma soprattutto l’amico, Leonardo Pacilli. Tristezza, per il rimpianto di una scomparsa che porta via con sé pezzi insostituibili di vita, di storia e di umanità. Gioia, per la consapevolezza di poter ravvivare ancora una volta il ricordo di un medico semplice, onesto, generoso, operoso, positivo e propositivo, dotato di una naturale affabilità e semplicità d’animo che erano le note dominanti nei suoi rapporti umani, non solo con gli amici, ma anche con i pazienti.

Con Leonardo ho condiviso quasi interamente il mio percorso professionale. Era il 1983 quando mi trasferii, dal Centro Trasfusionale, all’Ematologia dell’Ospedale San Camillo. Era un Ematologia fondata solo tre anni prima dal Prof. De Laurenzi coadiuvato da tre colleghi reclutati presso l’Ematologia del prof. Mandelli: Nicola Petti, Aldo Montuoro e Leonardo Pacilli. Era un’Ematologia di nuova generazione, già proiettata nel futuro e pronta a sviluppare le innovazioni diagnostiche e terapeutiche che iniziavano a modificare il trattamento dei pazienti con tumori del sangue. In questo modo si qualificava per essere un’Ematologia ospedaliera ma con impronta universitaria, accompagnando la attività assistenziale tipica dell’ospedale, alla ricerca tipicamente universitaria.

Leonardo si Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso la Cattedra di Ematologia del Prof. Mandelli con il massimo dei voti e la lode con tesi sperimentale avente come relatore lo stesso Mandelli. Dopo la laurea frequenta sempre la Cattedra di Ematologia dove, nel 1979, consegue la Specializzazione in Ematologia Clinica e di Laboratorio con il massimo dei voti e la lode. Dopo brevi esperienze come medico condotto a Castignano nelle Marche e presso i Centri Trasfusionali della CRI, a Gennaio 1980 è chiamato dal prof. De Laurenzi a costruire l’Ematologia dell’ospedale San Camillo, insieme ai suoi colleghi e amici Aldo e Nicola.

Quando Leonardo entra nell’Ematologia del San Camillo era già sposato con Ornella e aveva i due figli: Matteo e Cristina. Forse anche per questa condizione diventa come un fratello maggiore nella famiglia di ematologi diretta dal Prof. De Laurenzi. Nonostante gli impegni familiari, come gli altri si dedica totalmente alle attività del reparto. Mi ricordo che allora ogni tre-quattro giorni si faceva una guardia di 24 ore. Ma l’Ematologia era nel cuore di Leonardo e lui non si sottraeva mai alle incombenze del reparto. Il suo atteggiamento disponibile verso gli altri è sempre stato molto apprezzato dagli amici-colleghi che in quegli anni lo hanno aiutato nella gestione dei turni di guardia in considerazione dei suoi impegni familiari che erano, inevitabilmente, maggiori degli altri.

Ricordo quegli anni con grande nostalgia. Nonostante si lavorasse tanto, mi sentivo in famiglia, guardie di oltre 36 ore non pesavano perché tutti eravamo consci che si lavorava per un obiettivo comune: quello di creare un’Ematologia sempre al passo dei tempi. Accanto al prof. De Laurenzi, che era come padre per tutti noi, Leonardo si affermava come il fratello maggiore e diventava una pedina fondamentale per amalgamare l’equipe. 

Si occupa sin dall’inizio di leucemie acute, patologia alla quale rimarrà sempre legato. Seguirà da vicino la nascita del gruppo GIMEMA fondato nel 1982 dal prof. Mandelli con l’obiettivo di sviluppare studi clinici innovativi nel campo delle neoplasie del sangue. Negli anni ha, così, introdotto all’interno del reparto di Ematologia dell’Ospedale San Camillo tutte le più importanti sperimentazioni in ambito di leucemie. Questo ha permesso all’Ematologia di poter curare i pazienti con questa patologia con le terapie più attuali a livello internazionale. Ma l’Ematologia in quegli anni faceva passi da gigante e oltre alla clinica era necessario adeguarsi anche in ambito di laboratorio. Si occupa, pertanto, di mettere le basi per un laboratorio di citofluorimetria, laboratorio che negli anni è divenuto essenziale per una precisa diagnosi di leucemia acuta e per un corretto trattamento e follow-up dei pazienti. Dalle leucemie acute allarga il suo campo di interesse anche alla leucemia mieloide cronica che, con l’introduzione degli inibitori delle tirosinkinasi, diventa patologia finalmente guaribile. 

Nel 1985 l’Ematologia del San Camillo, fra le prime in Italia, inizia ad eseguire i trapianti di midollo osseo, dapprima quelli autologi e successivamente anche quelli allogenici. Leonardo fa parte del team di medici che si occupa della realizzazione del progetto. Eravamo pionieri in Italia nel trapianto e c’era una partecipazione totale nel programma che coinvolgeva non solo tutti i medici, ma anche buona parte degli infermieri. Le prime infusioni del midollo osseo, per problemi di logistica del trapianto stesso, si eseguivano durante la notte. Diventava l’occasione per stare insieme e trasformare un semplice rapporto di lavoro in amicizia.

Ma Leonardo, negli anni, comincia ad occuparsi di un campo che già aveva seguito presso la cattedra di Ematologia: l’oncoematologia pediatrica. Per anni diventa il nostro riferimento per i pazienti pediatrici, sia per il trattamento standard che per l’esecuzione del trapianto di cellule staminali. Poter gestire con competenza i bambini ha costituito per la nostra Ematologia una risorsa in più che ha permesso il trattamento dei malati onocoematologici a 360° ed in particolare senza limiti di età.

Accanto alla attività clinica, Leonardo è autore di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito nazionale e internazionale oltre a collaborare nell’organizzazione di convegni e incontri.

Negli anni a seguire e fino al suo pensionamento è sempre stato, per i primari che si sono succeduti nell’Ematologia, il dott. Majolino e il dott. Rigacci, l’aiuto di riferimento non solo per le sue capacità cliniche, ma anche e soprattutto per quella sua innata capacità di organizzazione e mediazione.

Nel 1984, con il prof. De Laurenzi, è tra i fondatori della S.A.Ne.S. (“Studio e Assistenza alle Neoplasie del Sangue – Claudio Pacifici”) associazione che nasce con l’obiettivo di collaborare con il reparto di Ematologia nell’assistenza ai pazienti con malattie neoplastiche del sangue. L’associazione, divenuta poi ONLUS, nasce per volontà dei genitori del giovane Claudio Pacifici, paziente con leucemia acuta trattato presso l’Ematologia del San Camillo. Negli anni è sempre socio attivo e rimane legato alla S.A.Ne.S. anche dopo il pensionamento, come punto di riferimento per tutto ciò che riguarda l’attività medica. Collabora con l’associazione per sviluppare le diverse iniziative: attività di divulgazione e sensibilizzazione, raccolta fondi, promuovere e favorire il benessere clinico e socio-psicologico dei pazienti oncoematologici, ecc. Porta avanti, fino a quando la politica ce lo ha permesso, l’assistenza domiciliare per i pazienti ematologici.

Infine c’è da sottolineare, l’umanità di Leonardo nei confronti dei pazienti. Era un medico molto amato e i pazienti sono sempre rimasti legati a lui anche dopo il pensionamento. Ancora oggi ci sono adulti che, curati della loro leucemia quando erano bambini e poi sottoposti a trapianto di cellule staminali, ora guariti ricordano Leonardo come il loro punto di riferimento per tutto il decorso della loro malattia.

La presenza di tanti amici in questa sala testimonia il loro rapporto con Leonardo di cui hanno apprezzato non solo la professionalità, ma soprattutto la grande umanità.

Un saluto ed un abbraccio particolarmente sentito è da me rivolto alla moglie Ornella, figura che ha costituito per Leonardo un punto di riferimento e perno fondamentale della famiglia a cui è stato sempre particolarmente legato. Non potrò dimenticare l’ultimo incontro che ho avuto con lui il giorno prima dell’intervento chirurgico, intervento che purtroppo Leonardo non è riuscito a superare. Ero con Costantina, l’infermiera che, come me, aveva condiviso con lui oltre 40 anni di vita, e allora lui si è confidato come se sentisse che era arrivato al termine della sua vita. In quei 10 minuti di colloquio ha parlato soprattutto della sua famiglia. Era sicuramente soddisfatto della sua vita professionale, ma soprattutto riteneva di aver condotto una vita per la famiglia e sperava di aver fatto sempre le scelte giuste. Ha parlato dei suoi due figli, Matteo e Cristina, e dei nipoti che sono stati sempre al centro di tutte le sue decisioni di vita. È come se sentisse che aveva concluso il suo viaggio in terra e se ne potesse andare contento e senza rimpianti.

Ciao Leonardo.


Dott. Luca De Rosa, già U.O. Ematologia A.O. San Camillo-Forlanini, Roma