Anno Accademico 2023-2024

Vol. 68, n° 1, Gennaio - Marzo 2024

Seduta Commemorativa

14 novembre 2023

Copertina Atti Primo Trimestre 2024 per sito.jpg

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Commemorazione del Prof. Mario Mazzetti di Pietralata

G. Palma


Prof. Mario Mazzetti di Pietralata.

Il ricordo di Mario Mazzetti di Pietralata in questo contesto medico-scientifico significa cercare di tratteggiare la figura di un attento, illuminato, entusiasta e poliedrico clinico, eccentrico, autoironico e talvolta dissacrante, rappresentante dell’antica “Ars Medica”, interpretata in chiave del tutto moderna, non solo sul piano dei nuovi ausili tecnologici, ma soprattutto per lo sguardo aperto alle complesse dinamiche sociali, culturali, etiche ed estetiche, proprie di un mondo in continua trasformazione, con inevitabili influenze sulle espressioni psicopatologiche. Sì, lui era fondamentalmente un clinico, nella ampia e specifica accezione che privilegia la classica semeiotica per arrivare alla diagnosi, quale relazione tra una realtà concretamente osservata e direttamente esperita e una classe nosologica pensata. E la relazione interpersonale, attenta e partecipata, arricchita anche da valide intuizioni psicologiche, è sempre stata la traccia costante nella trama della sua professione di aiuto.

La sua dimensione professionale parte dalla prima specializzazione, come infettivologo e specificatamente come parassitologo. E già nel 1962 la sua ricerca sulle relazioni tra parassitismo intestinale ed accrescimento infantile sono interessanti per i nessi intestino-cervello, quasi anticipatori dell’attuale interesse, in particolare in ambito neurologico, del microbiota intestinale.

Successivamente diventa un valido gastroenterologo, con numerosi riconoscimenti anche internazionali, essendo inoltre tra i primi ad avvalersi sul piano diagnostico degli strumenti endoscopici, attribuendo però ad essi sempre la funzione di valido e talvolta indispensabile supporto nel corso del percorso diagnostico, caratterizzato prevalentemente dall’ascolto, dal vissuto del paziente, dall’esame obiettivo accuratamente applicato. 

Nell’ambito ospedaliero ha poi allargato lo sguardo all’intero spettro delle problematiche mediche, con attenzione a collegamenti e sincronie, svolgendo per molti anni la funzione di Primario di Medicina in un grande ospedale romano.

Nella sua lunga attività ha prodotto numerose pubblicazioni, su riviste italiane e straniere, spesso indicizzate, nonché capitoli di importanti trattati, come quello di Medicina Interna del Prof. Introzzi.

Nei suoi lavori sono spesso presenti accenni anticipatori, come ad esempio quanto scritto a suo tempo sugli aspetti genetici nel carcinoma gastrico, o sui disturbi gastroenterologici da oppioidi, o la malattia celiaca, le allergie e le intolleranze alimentari, l’influenza dello stress nell’emorragia digestiva da farmaci; così come emerge un’attenzione ai problemi assistenziali, come l’assistenza infermieristica in un centro di endoscopia digestiva, o i principi generali della nutrizione parenterale.

Ma il suo nome è fondamentalmente legato all’attenzione pionieristica ai complessi disturbi dell’alimentazione e ai connessi comportamenti patologici. In tale ambito, alla fine degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90, ha colto la rilevanza sociale della diffusione del binomio anoressia-bulimia in età adolescenziale e pre-adolescenziale ed ha promosso e sostenuto la costituzione della prima specifica équipe a Roma di tipo multidisciplinare, per la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e la riabilitazione dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). La dimensione multidisciplinare dell’approccio ha consentito di superare i tradizionali interventi segmentati e disarticolati, con oscillazioni inconcludenti tra gastroenterologi, internisti, psicologi, psichiatri, dietologi, nutrizionisti.

Per sensibilizzare anche la pubblica opinione, oltre a rivolgere l’attenzione a tutti gli strumenti mediatici, attivando anche interviste e trasmissioni da parte della RAI, ha promosso ed ha fatto parte, in maniera attiva e preminente, della Commissione Ministeriale sui DCA, nonché di un’analoga Commissione a livello della Regione Lazio.

Sulle complesse problematiche dei DCA e delle conseguenti ripercussioni critiche anche in campo medico a breve e a lungo termine, ha prodotto molte pubblicazioni di largo respiro e a vari livelli. Vorrei solo ricordare, per la loro particolarità tematica, “La compulsione verso stati di coscienza alterati come possibile fattore condiviso tra alcolismo, DCA e tossicomania”, “La prima colazione, come e perché, tra storia, scienza e cultura”.

Inoltre il suo dinamico impegno lo ha portato, in tempi successivi, a fondare e dirigere due importanti riviste tematiche “Cibus” ed “Essere e mangiare”.

Parallelamente al profilo medico-scientifico vorrei sottolineare alcuni aspetti della sua dinamica e multiforme personalità. Ha avuto una forte sensibilità sociale e un profondo senso civico, che lo ha portato nel lontano passato ad aderire alle prime battaglie del movimento radicale; ma l’aspetto più caratterizzante della sua poliedricità è rappresentato dall’intenso interesse per ogni forma dell’arte. Appassionato di poesia, e per questo amico del poeta Attilio Bertolucci, maestro di fotografie originali, spesso raffiguranti dettagli di particolare significazione, amante del cinema, attento alle variegate espressioni pittoriche, cultore della scrittura, anche con produzioni scientifiche ad alto impatto divulgativo, sempre leggere e con tono ironico, quali “Va dove ti porta il colon”.

Tra le varie iniziative da lui intraprese, ricordo l’importante mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma, intitolata “Le Emozioni Murate”, in cui furono presentate alcune sue particolari fotografie, ricche di allusioni simboliche, molto evocative delle complesse problematiche emotive delle pazienti anoressiche.

In sintesi, ricordo con affetto un significativo clinico, antico e moderno, che ha saputo coniugare in un respiro sociale del tutto attuale il metodo scientifico con le articolate scienze umane.

Massimo Cacciari nel suo ultimo libro “Metafisica concreta”, che già nel titolo propone un ossimoro, o meglio la copresenza delle antinomie, concetto che a lui sarebbe sicuramente piaciuto, scrive: “…nel definire la realtà c’è sempre un vuoto che solo la poesia, la letteratura e la musica possono provare a colmare”. E l’immunologo Alberto Mantovani scrive che “la scienza ha bisogno della letteratura”, un intreccio tra scienza e arte.

Ecco, anche questo era lui.


Dott. Gianfranco Palma, Psichiatra; già Primario del Servizio Psichiatrico dell'Ospedale Santo Spirito e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL RME

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