Dott. Adriano Pellicelli

Direttore U.O.C. Malattie del Fegato. Dipartimento Interaziendale Trapianti, Az. Osp. San Camillo-Forlanini, Roma

Articolo pubblicato in:

Anno Accademico 2021-2022

Vol. 66, n° 1, Gennaio - Marzo 2022

Seduta Commemorativa

16 novembre 2021

Copertina Atti Primo Trimestre 2022 per sito.jpg

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Commemorazione del Prof. Fabrizio Soccorsi

A. Pellicelli

Sabato 9 gennaio 2021 sarà ricordato come un triste giorno, per me, per tutti noi e per l’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. Il nostro Fabrizio Soccorsi ci ha lasciati; ho usato la parola “nostro” perché Fabrizio era un nostro medico, amico, confidente, nonché Primario della Unità Operativa di Epatologia, Unità che aveva creato nel nostro Ospedale.

La figura di Fabrizio non è solo stata quella di un medico, anzi di un medico internista, ma di una persona che amava il suo lavoro e amava profondamente i suoi pazienti. Mi ricordo quando lo incontrai per la prima volta, ero ancora studente e lui Primario presso l’allora Clinica San Vincenzo (ora Policlinico di Liegro), mi affascinò per il suo modo di essere, il suo porsi nei confronti di noi studenti. Fabrizio sapeva insegnare e trasmettere la passione per la Medicina e sapeva, cosa ben più importante, essere vicino ai pazienti, ascoltarli, comprenderli e curarli come solo lui sapeva fare. Aveva una grande fede cristiana e questo lo aiutava nella sua professione che era in realtà una missione di vita. Chi lo avrebbe detto, il destino mi avrebbe fatto incontrare nuovamente questo grande uomo 10 anni più tardi quando mi volle assolutamente accanto a lui nel Dipartimento di Malattie dell’apparato Digerente Fegato e Nutrizione che lui stesso aveva creato presso il nostro Ospedale San Camillo-Forlanini nel 2001. Io provenivo dall’allora Ospedale Lazzaro Spallanzani e un bel giorno mi chiamò e mi disse se volevo condividere con lui un sogno. Io le dissi “Professore il sogno lo voglio condividere con lei perché lei è sempre stato il mio sogno e il mio ideale di come si debba esercitare la professione medica”.  Un grande sogno che si era avverato grazie alla magnifica energia che il Professore, (e per me resterà sempre il Professore) aveva impiegato per creare un grande Dipartimento, nel quale eravamo tutti i suoi figli non i suoi medici ma i suoi figli. Per ognuno di noi aveva parole di incoraggiamento e ci spronava sempre ad essere non solo dei semplici medici, ma dei medici al servizio dei sofferenti. Il suo era un diverso modo di essere medico, era una missione di vita; egli amava il contatto con i sofferenti, amava curarli ma nello stesso momento sostenerli nei momenti difficili e trasmettere coraggio e speranza. Aveva una parola per tutti, infermieri, caposala, portantini, non vi era per lui una differenza nei ruoli, tutti per lui erano estremamente importanti ed essenziali per la missione salute.

La sua visione della sanità era la vera visione, egli creava salute non budget. Nella sua instancabile carriera fondò il “Club dei medici epatologi ospedalieri” nel 2006; questa associazione era una associazione di amici che interagivano, si incontravano e si scambiavano opinioni con grande gioia per una Medicina migliore nei confronti del prossimo. Fu inoltre presidente della Federazione Nazionale LIVERPOOL e Presidente dell’Associazione Italiana COPEV. Instancabile sempre. Essere accanto a lui ti faceva sentire importante. La sua frase che mi ripeteva spesso era “In ogni situazione difficile bisogna sempre sapersi mettere in gioco”. Una frase apparentemente banale ma dalla quale traspariva la voglia che aveva di affrontare con energia tutte le difficoltà che un medico deve sostenere nella sua professione.

Nel 2009 lasciò il Dipartimento, il suo non era un pensionamento qualsiasi, perché la sua missione continuava, ha assistito il nostro Pontefice con tutte le sue forze nonostante avesse perso la sua amata figlia Cristiana. Un grande dolore per lui, per la sua famiglia e per tutti noi, ma sapevamo con certezza che la sua incrollabile Fede lo avrebbe aiutato anche in questa difficile prova della vita. Fabrizio sarà sempre per noi un grande uomo e un insegnamento perenne. Questo suo insegnamento lo dobbiamo trasmettere agli altri, come lui lo ha trasmesso a noi. Lo sento ancora sempre accanto a me ora che ho avuto l’onore di ricoprire il suo ruolo nell’Ospedale San Camillo-Forlanini come Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie del Fegato. Mi conduce sempre per mano nelle mie scelte e mi consiglia, mi è vicino e sento la sua presenza in ogni momento della mia giornata di medico. Lui è lo spirito buono che vorresti sempre avere accanto.

Come poterti dimenticare? Sei stato per noi un vero esempio. Caro Fabrizio, hai combattuto questa ultima battaglia ma non ce l’hai fatta. Sei riuscito con la tua professione, con la tua Fede e con il tuo illuminante esempio a conquistare il tuo pezzo di paradiso e da lassù ci incoraggi e ci guidi.

Ciao Primario, ti ricorderemo per sempre come esempio di medico, uomo e cristiano.